Terranera OnLine " Il freddo "
Foto di Gianluca Giusti [brdp] - Dicembre 2003
Terranera OnLine - Il freddo
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Materiale Pubblicato
Pubblicazioni
Questo è un elenco di materiale prodotto in questi anni di esistenza di TOL. Ringraziamo le persone che hanno collaborato alla scrittura e quelle che hanno messo a disposizione informazioni, tempo e materiale.
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Storia e tradizioni
I Templari e Terranera
[Pietro Giuliani, Valeria Tosi]
Un articolo che introduce alla storia dei Templari e alle loro relazioni con il paese di Terranera.
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Le Origini di Terranera
[Cesare Sartori, Valeria Tosi]
Una ricerca sulle origini di Terranera e sulla sua storia.
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Il Palio di Terranera
[Sabrina Della Cagna, Valeria Tosi]
La storia del Palio di Terranera e delle sue regole.
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Il territorio
Terranera, Pozzo Caldaio e le Grotte di Stiffe
[Angela Giusti]
Una fonte d'acqua indispensabile alle vicine Grotte di Stiffe.
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Contenuti digitali
Nuovi Loghi
[Gianluca Giusti]
Nuovi loghi per Terranera OnLine, Pro Loco e Naturmarcia.
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Riferimenti della sezione
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Le Origini di Terranera - La chiesa di San Lorenzo Martire Le Origini di Terranera
Ricerche di Cesare Sartori.
Curato da Valeria Tosi.
Foto di Gianluca Giusti [brdp].

Le origini di Terranera sono incerte: c'è difficoltà a reperire informazioni, poiché i documenti riguardanti la sua fondazione si trovano all'Archivio di Stato a Napoli, dato che per lungo tempo il territorio ha fatto parte del Regno di Napoli . Sembra certo, però, che non fu un borgo fortificato, ma una "villa" che non si trasferì in uno dei centri fortificati limitrofi, nella fase dell'incastellamento, al pari di altri villaggi oggi scomparsi, probabilmente per la sua invidiabile posizione che ne fa il paese meglio esposto di tutto l'Altopiano.

Le sue origini comunque si possono far risalire tra il XI e il XII secolo anche in base a quanto testimoniato da una notizia del 1180: "Tommaso, Signore di Barili e figlio di Berardo, Signore e fondatore di Rocca Odorisia (forse Rocca di Cambio), donò alla religione Gerosolimitana la chiesa di S. Pio di Campana, la chiesa di S. Niccolò, con tutte le rendite e territori ad essa spettanti".

Questa notizia, riportata dall'Antinori, fa pensare all'esistenza di un nucleo abitato fin da quell'epoca e la sua appartenenza al Castello di Barile situato verso la valle dell'Aterno tra la stessa Terranera, Tussillo e Casentino.

Sappiamo del resto che dopo la fondazione della città dell'Aquila, intorno alla metà del XII secolo, il "Castello" di Barile, insieme ad altri che si rifiutarono di partecipare alla fondazione, venne distrutto da Corradino di Svevia, figlio di Federico II; il Signorini, invece, pone Terranera fra i Castelli fondatori dell'Aquila - e ancora oggi a L'Aquila esiste una strada nella zona del Castello Spagnolo che si chiama "Chiassetto di Terranera", in omaggio al paese.

A questo punto le tracce di Terranera si perdono e si ritrovano solo in un documento del XVI secolo nel quale si afferma che nella numerazione dei fuochi del 1508 Terranera è annoverata nel "Quarto Sancti Georgi extra" come "Villa de Terra Negra" con 26 fuochi (famiglie) pari a circa 140 abitanti. Alla metà di questo secolo risale anche l'edificazione dell'attuale chiesa parrocchiale di S. Lorenzo martire.

Ai primi dell'800, il Mariani dà di Terranera le seguente descrizione:

"E' situata nel mezzo giorno sulla cima di erta montagna, contiene circa 347 anime. In distanza di un terzo di miglio ha una prateria co' terreni seminatori intorno ed è estesa circa 4 miglia; non ha valli ne' colline. Diletta assai l'occhio specialmente nella primavera, per la vaghissima varietà, e moltitudine de' fiori campestri, abbonda in acqua il piano nel verno, le quali in piè di esso di adunano in un pozzo ben largo e profondo in foggia di caldaia e detto perciò pozzo caldaio. Ad oriente poi ha altra bellissima veduta di lunghissima valle-piano, che non si raggiunge con un'occhiata e diletta pure molto la veduta di tanti paesi, che le sono in prospettiva. Ha di suo diritto la Comune un forno. Il Paese e il terreno è pietroso, arido, ed alpestre e perciò scarseggia di acque e devono i naturali attingerla in della prateria da un pozzo ivi all'uopo formato, che la riceve da Rocca di Mezzo. I suoi prodotti sono grano, orzo, lente, e piselli. Vi sono volatili di più specie e di insetti di più specie. Ha una macchia di querce comuni con Rocca di Mezzo, con la quale fa tutto un corpo; aveva il suggello comune, e degli amministratori annuali, se ne scieglievano due de' naturali, e gli altri di Rocca di Mezzo; al presente vi si sceglie il solo eletto, e la tenue sua industria è di capre, pecore, giumenti, muli e cavalli. I naturali sono tutti uomini di campagna. Nel verno si portano a lavorare nello Stato pontificio, ed altrove; nella state attendono alla coltura dei loro campi, ed è distante dall'Aquila circa 12 miglia. Confina con campana ad Oriente, con Fontavignone e Rocca di Cambio a settentrione".


Suoi feudatari furono anche i De Santis, i Colonna e i Barberini.

Bibliografia:
Mario Arpea "Linee per una storia dell'altipiano di Rocca di Mezzo" - Biblioteca Provinciale AQ
G. Cifani - L. Di Sano "Saluti dall'Altipiano" - Biblioteca Provinciale L'Aquila
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