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Pubblicazioni
Questo è un elenco di materiale prodotto in questi anni di esistenza di TOL. Ringraziamo le persone che hanno collaborato alla scrittura e quelle che hanno messo a disposizione informazioni, tempo e materiale. Grazie!
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Storia e tradizioni |
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I Templari e Terranera
[Pietro Giuliani, Valeria Tosi]
Un articolo che introduce alla storia dei Templari e alle loro relazioni con il paese di Terranera.
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Le Origini di Terranera
[Cesare Sartori, Valeria Tosi]
Una ricerca sulle origini di Terranera e sulla sua storia.
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Il Palio di Terranera
[Sabrina Della Cagna, Valeria Tosi]
La storia del Palio di Terranera e delle sue regole.
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Il territorio |
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Terranera, Pozzo Caldaio e le Grotte di Stiffe
[Angela Giusti]
Una fonte d'acqua indispensabile alle vicine Grotte di Stiffe.
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Contenuti digitali |
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Nuovi Loghi
[Gianluca Giusti]
Nuovi loghi per Terranera OnLine, Pro Loco e Naturmarcia.
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I Templari e Terranera
Ricerche di Pietro Giuliani.
Curato da Valeria Tosi.
CENNO STORICO SUI TEMPLARI
I Templari erano ordine monastico cavalleresco sorto ai tempi delle Crociate per proteggere
il S. Sepolcro, fondato nel 1119 da Ugo de Paynes a Gerusalemme.
L'ordine diventò ben presto una potenza ricchissima di terre e seguaci con un prestigio e un'influenza smisurati.
Ma nelle alterne vicende della storia, i monaci guerrieri, campioni di tante imprese in
Terrasanta per aver partecipato alle crociate, restarono vittime di una congiura ordita
dal re di Francia Filippo IV il Bello con il placet del papa Clemente V che decretò la
soppressione dell'ordine.
Il 13 ottobre 1307 il re di Francia fece arrestare i membri dell'ordine dei Templari con le
accuse di cospirazione e, dopo un processo farsa, centinaia di cavalieri vennero brutalmente
torturati e sterminati con la complicità della Santa Inquisizione.
TERRANERA E I TEMPLARI
Da ricerche effettuate negli archivi d'Austria, di Napoli e de L'Aquila sembra che Terranera
prenda il nome di "Nera" forse non dalla terra fertile e di colorazione scura, ma piuttosto
da una comunità di frati Templari che vestivano di nero. Questi monaci cavalieri custodivano
i principali valichi dell'Altopiano delle Rocche dove possedevano stazioni di cavalli, munite
di ampi fienili che servivano da alloggi per le carovane che si trasferivano dal Tirreno
all'Adriatico.
Se pensiamo alla conformazione del territorio del paese di Terranera, ci rendiamo conto che
l'asse centrale è un grande valico naturale che parte dal rione Portella fino al vecchio fontanile
accostato al grande fienile, ora diroccato, della famiglia Tomassi.
Molto probabilmente questo fienile era una delle stazioni di cavalli e alloggio per i
viandanti che si trasferivano dal Tirreno all'Adriatico: la conferma di questa ipotesi è
la vicinanza, in località "scamcciglie", del convento-caserma sede dei Templari, giusto
alle spalle del fienile in posizione strategica, così da poter agevolmente controllare sia
il valico sia l'alloggio dei carovanieri.
Da notare che il convento era stato posizionato a ridosso di un colle che ne celava la
vista a chi proveniva dai prati di fronte a Rocca di Mezzo.
La costruzione, tutt'oggi esistente, è su due livelli di forma rettangolare con piccole
finestre, senza balconi né rientranze, quindi concepita come caserma a tutti gli effetti.
I frati Templari, stanziati a Terranera, garantivano la tranquillità agli abitanti
dell'altopiano difendendone l'incolumità e i beni dai razziatori che in quel periodo
erano assai frequenti: non erano rare le invasioni di barbari, turchi e saraceni.
Inoltre erano eccellenti selezionatori e allenatori di nuove reclute: sceglievano
i giovani dell'altopiano forti e temprati per resistere a climi rigidi e inclementi.
I monaci neri, oltre ad essere esperti nell'uso delle armi convenzionali
(spade, lance, giavellotti, ecc.), erano abilissimi e precisi frombolieri,
capaci di annientare con eccezionale rapidità gli eserciti che si avvicinavano
a queste zone. La fine di questi difensori della fede e dell'ordine avvenne intorno al 1313.
A Terranera essi furono sostituiti da un altro ordine, i Cavalieri di Malta (ordine gerosolimitano).
Sembra, invece, che quest'ordine perse i possedimenti della chiesa allorché non volle più elargire
al curato della chiesa di S. Lorenzo il compenso stabilito dalla curia vescovile.
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