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Download della Piazza Di seguito sono elencati alcuni file da scaricare relativi alla Piazza di TOL, per vedere l'elenco completo vai nella sezione dedicata.
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Uninvited 23 Aprile, bellissimo pezzo in memoria delle vittime dei bombardamenti della seconda guerra mondiale by Fulvio. [Scarica]
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Persiane sul Marciapiede, l'opera che raccoglie la saga di Fulvio e delle sue persiane, pronto per la stampa in formato PDF. [Scarica]
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Libro della Piazza 2004, tutti i messaggi inseriti in Piazza nel 2004 pronti per la stampa in formato PDF. [Scarica]
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Libro della Piazza 2003, tutti i messaggi inseriti in Piazza nel 2003 pronti per la stampa in formato PDF. [Scarica]
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Libro della Piazza 2002, tutti i messaggi inseriti in Piazza nel 2002 pronti per la stampa in formato PDF. [Scarica]
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Libro della Piazza 2001, tutti i messaggi inseriti in Piazza nel suo primo anno di vita pronti per la stampa. [Scarica]
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Ultimi arrivi in Piazza Questi sono i nominativi, con relativo Nick, degli ultimi iscritti nella Piazza di TOL.
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2rk79i, 📠Message: Transaction №RM63. WITHDRAW => htt revmo3
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I più assidui in Piazza Gli utenti più attivi in Piazza con il numero di messaggi da essi inseriti.
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sbrvlizz [Fulvio Giuliani] [16.06.2010 23:58] grazie Gianni. anche da parte mia. se vuoi sorridere continuando a tenere il cervello acceso vai su: www.spinoza.it io sono "spinoziano" da tempo
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ciccio [Andrea Argentieri] [15.06.2010 19:28] Grazie davvero!
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dicleg [Giovanni Di Clemente] [15.06.2010 12:14] A chi non legge mai sul sito di Terranera.net (TOL): è vero, ormai si scrive poco perché ci sono pochi aggiornamenti e quindi poche visite.... però quando si scrive... Fulvio Giuliani ci ha dilettato in altri tempi del suo sapere! sempre molto, molto (come classificarlo?, commovente?, divertente?, in qualunque modo lo si voglia fare... l'aggettivo da dargli è sempre stato "molto"!)... Ora abbiamo un altro amico che ci diletta del suo sapere ... in altro modo che non quello di Fulvio, ma ... anche a lui non possiamo che - dobbiamo affibbiare l'aggettivo "molto"...!!! Non mi sento di “baciare” Andrea, come fa Anna Maria, ma la sensazione è la stessa… Grazie! Grazie per le parole che ci hai donato! Grazie per le sensazioni (bellissime) che hai fatto sentire a me, come a tutti coloro che ti hanno letto! Di questo sono sicuro! Ho letto questo articolo alcuni giorni or sono (quasi subito dopo l’inserimento) e, malgrado non sia intervenuto allora, le sensazioni provate mi hanno portato a rileggerlo altre volte, fino a ringraziarti pubblicamente oggi, come hanno fatto altri amici! In attesa di altro, spero molto altro ma andrebbe bene anche poco, ti ringrazio di nuovo… Però … Fù… quando mi farai di nuovo sorridere? Dicono che sia facile far piangere e molto più difficile far ridere! Visto che sei bravo in entrambe le cose… dài… dài… Un abbraccio!
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Anna [Anna Maria Santilli] [08.06.2010 15:05] E ora non ci lasciare senza ..."la pantsema". Lo sai che siamo malati di parole. Anche se , potendo scegliere, io vorrei che ti calassi nell'intesità della follia nera ...perchè..vorrei....mi piacerebbe... ancora...leggerti. Scrivere è come baciare. Solo senza le labbra..
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sbrvlizz [Fulvio Giuliani] [08.06.2010 11:15] sarà anche stata lunga l'attesa ma - diobbuono - ne valeva la pena. continua, Ciccio, su questa o su altre strade ma che ci sia un seguito, il dopo, il durante, il quellochetipare per il diletto che nasce dal leggere di un episodio, di per se insignificante, dove dentro c'è un pezzo di ognuno di noi che, dell'acquazza, ne abbiamo intrise le ossa...
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cattavone [Filippo Argentieri] [06.06.2010 20:04] Fratello sei un grande! Ieri sera sono tornato a dormire a casa mia...non sono più esule...
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zeppolotto [Attilio Morelli] [04.06.2010 23:20] Ho timore nello scrivere dopo la cascata di emozioni che Ciccio mi ha regalato... Ma sti c...i!!! Mi sono emozionato come non mi capitava da tempo... Grazie amico.... Grazie davvero
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Anna [Anna Maria Santilli] [02.06.2010 11:08] Alla faccia del..."segno" e delle idee raccolte.
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ciccio [Andrea Argentieri] [30.05.2010 22:58] THE FOG Durante le notti d’agosto a Terranera, dopo una certa ora, quando l’oscurità rende indistinguibile lo scorrere del tempo, nasce dal sottosuolo una fitta coltre di opaca luce gelida e maleodorante. Per i viandanti è semplicemente nebbia, ma per i nativi, naturalizzati, residenti, figli di residenti, aventi diritto allo sconto sulla tessera stagionale di campo felice e turisti affezionati, ha un nome preciso e inquietante “acquazza”. Qualcuno dice sia il freddo respiro delle Prata, che soffia per spegnere l’aria infuocata dalle vanità selvagge che durante il giorno infiammano il paese, costringendo chi non capisce che tali passioni offendono l’anima sobria e intima della notte, a ballare come ridicoli burattini una sorta di taranta al ritmo di violenti brividi. Altri sostengono sia la glaciale corrente d’aria proveniente dalla porta socchiusa sul futuro, questo perché, per sopportarne l’infida e penetrante invadenza, ci si affida al calore delle storie passate, avvolti in vecchie giacche dal profumo lontano, recuperate in chissà quale capsula del tempo. Il suo mistero avvelena l’anima come il senso di colpa. La sua essenza è un’oscura coscienza che rende ingorda la mente trascinandola alla follia, bianca o nera che sia (sarebbe più opportuno distinguere in allegria isterica e disperazione volontaria, ma apparirebbe già come un’interpretazione e, in queste storie, ciò che è interpretabile è solamente una divagazione fantastica). Follia bianca o nera sono comunque entrambe aberrazioni della realtà. Ogni immagine che resta dopo queste esperienze notturne è morbida e vaga, sotto una luce diffusa e artificiale in cui ogni cosa sembra essere in primo piano, probabilmente perché non se ne può ricordare l’effettiva collocazione. Dopo le serate in cui la si subisce, rimane stordimento, attutimento, vaghezza e un inconfessabile senso di inadeguatezza. Solamente con il racconto frenetico e assillante, l’aggiunta via via di diversi e dubbi particolari, nonché la compiacenza dell’ascoltatore, si può attenuare tale frustrazione. Solo attenuare! Non posso raccontare nel particolare gli avvenimenti delle storie che qui di seguito v’illustro, certi dettagli sono e devono rimanere custoditi nella tradizione orale. Avviene tutto dopo quel momento in cui si è sospesi tra un giorno e l’altro e lo slancio dell’euforia rende facile decidersi tra curiosità e stanchezza. Questo un episodio di follia bianca…. …. Il rifugio più sicuro era l’angolo di un’antica abitazione che terminava quasi sottoterra, tra rocce e ombre, passato e strapassato, mitologia e speleologia. Si raggiungeva lasciandosi sospingere dall’aria estiva ormai consumata che precedeva l’acquazza. Ci si affollava dentro prima che la sua nefasta carezza consumasse le ultime energie della giornata. Nel bicchiere il nettare dei poveri scivolava lento, prima per non spettinarsi con la frettolosa risalita e dopo per non perdere la rotta nella tortuosa strada che dallo stomaco ascende fin dietro gli occhi. Il suo colore era variabile il suo torpore costante, neanche la sua mediocre fragranza gli dava trasparenza. La strana commistione di questi e altri elementi come la luce soffusa, la particolare ossigenazione, l’ora tarda e la sovrabbondante contaminazione ambientale, conferiva alla bevanda una personalità unica, irripetibile in qualsiasi altro posto. Giochi e buongiochi scandivano il tempo tra considerazioni politiche e sociali, mentre in ogni angolo di quella spelonca tutti cercavano la posizione migliore per recuperare aria nell’atmosfera intrisa di primordiali aromi ancora sospesi. I quattro generali e i quaranta soldati, esaurite le loro strategie e, senza che vinti e vincitori avessero accettato il verdetto del campo di battaglia, si erano sistemati con gli altri su una linea immaginaria, molto irregolare, ad aspettare il proprio turno per vuotare ancora una volta il calice dei dannati. Ruggiti, canzoni, risa, corse improvvise e rientri furtivi, nuvole di fumo, formule magiche, jingle ridondanti e boccate d’aria fredda, questa era la confusa consistenza di cui erano intrisi i sensi. Le boccate d’aria diventavano sempre più frequenti, portando sempre più passeggeri dell’oscurità a sfidare la densa aria compressa dall’acquazza. Questo portò alla svolta improvvisa che non ci si aspettava. Nel chiaroscuro di quella notte apparve un fantasma, per maledire il tempo, l’idiozia, la mancanza di senno e di sonno, l’intruglio di spirito nei gusci di vetro e di voci nel sacco trasparente dell’aria, i rumori molesti e i riguardi maldestri, forse anche il grande architetto. Nessuno lo affrontò, rimanemmo impietriti a sperare che una qualsiasi casuale nota ridesse vita alla nostra ballata. Lo stupore attanagliò tutti gli astanti increduli e sconvolti, ma prima ancora che una qualche reazione potesse liberarci, lo spettro pronunciò parole solenni, con tono severo e greve, proprie di chi sa, quanto è profondo l’animo umano e quanto dolorose siano le conseguenze di un passo falso verso noi stessi. Lo vedemmo spuntare subito dopo che un sibilo sinistro misto di ferro e legno graffiasse l’aria ferma. La paura è un aspetto dell’ignoto e, quindi, quando la sua sentenza ruppe l’attesa, ci fu un innocente e ingenuo sollievo, tali parole ai presenti suscitarono un’unica, pressante, intima, impellente, immediata e non celata domanda: che cazzo sta a di’ quissu? Solamente l’incoscienza ci salvò, la leggerezza evitò che quello scontro diventasse uno schianto. Per completezza aggiungo una nota bizzarra, nel congedo in dissolvenza dell’evanescente creatura, forse per via dell’eccessiva pressione che comprimeva tutto, ci fu la chiusura dell’accesso sulla sua dimensione che sgretolò in un attimo il potere austero sprigionato dalla sua presenza. L’evidente imbarazzo si posò come vernice sull’essere rendendo, quasi materiale lui e rumoroso ogni sorriso. Solo il giocoso richiamo elettrico poté salvarlo, ma gli costò più del risarcimento richiesto. Sembrava, come ogni altra avventura di follia bianca, un salto oltre il mare immobile dell’inquietudine, l’incisione che libera dall’infettante malessere sottopelle, un fascio di luce che inchioda lo sguardo a un’inaspettata meraviglia, un sogno forte come un ricordo. Considerando quanto rari e stretti siano gli angoli del tempo in cui si possano lasciare crescere le esperienze per vederle maturare, quello spazio sembrava sterminato e protetto dalla sua stessa irraggiungibilità. In realtà proprio la sognante teatralità è la maledizione dell’acquazza, aria opaca che inganna l’intuito mostrando cose e persone dove non sono realmente. La sua è la condanna ad una prigione che si chiude sulle parole, quando rimangono dentro scompaiono nel disordine del loro stesso eco e quando sono fuori si perdono per la leggerezza del loro significato. L’acquazza camuffa la vergogna nell’entusiasmo, è la prima rinuncia, quella alla purezza che trascina con sé tutte le altre. La sua offesa rende l’allegro saluto a quello che avresti voluto essere, un malinconico addio all’agognato destino che apparterrà a qualcun altro. Naturalmente esiste la possibilità di evitare questa discesa vertiginosa verso le parti di noi stessi che riposano al buio, di difenderci dal morbo che non permette all’entusiasmo di farci correre, di conservare l’arroganza che consente la conquista e di trovare anche fuori da noi stessi quello che cerchiamo. In quelle sere d’agosto come si è soliti raccomandare a Terranera………….vatt’ a mette aju letto!!!! Sono costretto a interrompere perché il ricordo di certi avvenimenti è sfinente e l’episodio di follia nera è troppo intenso!!!
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ciccio [Andrea Argentieri] [27.05.2010 22:35] Caro sbrvlizz raccolgo le idee
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sbrvlizz [Fulvio Giuliani] [12.05.2010 18:14] lo confesso! sono molto incuriosito da "I notturni". Mi intriga "la pantsema" e "the fog". Come placo la mia sete di sapienza? Ciccio, please, dacci un segno.
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ciccio [Andrea Argentieri] [08.05.2010 11:42] La Giustizia è, dunque, una principessa imprigionata in una torre?......e noi Popolo dobbiamo decidere quali forti Cavalieri mandare a liberarLa per poi dividerci tra quelli che ammirano e che odiano chi alla fine se la fotte?. Mi si perdoni la sottile metafora, o anche no, ma spero che diventi percorribile il prima possibile la strada verso il collasso definitivo di tutte le organizzazioni politiche, presenti e passate e che ci si affidi a liste civiche per responsabilizzare e responsabilizzarsi direttamente del proprio voto. Non riceviamo più niente dalla tradizione di sinistra e di destra. Se in basso siamo arrivati è dal basso che dobbiamo ripartire, non ammettere questo vuole dire lasciare uno spirito animale affamato, impaurito e stanco in balia del primo passante che mostra di sapere bene dove andare (perchè fa la stessa strada tutti i giorni) con una ciotola piena di avanzi in mano (vedi lega, ma anche PDL). Bisognerebbe incominciare anche a chiedere i danni per chi ci tiene al palo da sempre in nome della tradizione cattolica, ma non vorrei esagerare, diverrei da ottimista sognatore. P.S. forse tutto questo non c'entra più un beneamato con quello che passa di qua, ma in piazza a Terranera è sempre facile vedere cose, animali e persone fuori posto, come me che sulla soglia dei 40 e senza figli sono ancora in giro con la macchina fotografica nel dì di festa.....le pupazze di pomeriggio.....vasi di fiori....gruppi di sostegno umorale.....una pecora in un 128 bordeaux* *episodio realmente accaduto da cui sono stati tratti un paio di raccconti fantastici della serie "I NOTTURNI" dal titolo "L'uomo che sussurrava agli agnelli" e "The Silence of the Lambs"; della stessa raccolta occorre citare "Il trattore della notte", "Non servire quei clienti", "et vist Diego?....Anto' mitt nu picchier intanto", "L'ha bevuto tutto e gli ha fatto male", "La luce nella casa dii Gesino", "La pantasema" e quello che più di tutti mette letteralmente i brividi "The Fog" meglio noto come "l'acquazza" che tutte le notti d'agosto avvolge e imprigiona chi si allontana dalla piazza.
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sbrvlizz [Fulvio Giuliani] [08.05.2010 04:02] Eyjafjallajökull .... Ormai, per legittima difesa, ascolto e guardo il tg de LA 7. Che è la Tv di telecomitalia. La stessa Tv che ai tempi di Tronchetti, grandissimo magna....te del panorama industriale italiano, strappò (pagando penali da capogiro) il contratto con Fabio Fazio, Littizzetto, Mentana, (mantenendo solo Gad Lerner, Crozza e pochi altri (purché NON transfughi da RAI o Mediaset) impedendo, sul nascere, la nascita del "terzo polo" televisivo. Il che significa, in questo paese, anche politico. I contratti pptevano dar fastido (....e sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, al ricco e al cardinale. - Iannacci) Il Tg de La 7 apre con la "notizia del giorno" e con un sondaggio. La notizia era, ieri sera alle 8, la conferenza stampa di Bertolaso che portava documenti di carta vera, autentica cellulosa (in realtà fotocopie) della sua iscrizione all'ormai - ridicolmente famoso - Sporting Center Salario (il quartiere! Non la paga degli operai!). Il materiale su cui queste attestazioni poggiavano era lo stesso che costituiva il supporto degli assegni circolari che qualche malfattore aveva consegnato - all'insaputa dell'interessato - a due supergnocche proprietarie di un appartamentino di 180 metriquadrati fronte colosseo. Detti malfattori, ove venissero appurate le loro fosche trame, verranno denunciati all'Autorità Giudiziaria per Beneficenza Indesiderata con l'aggravante di:"Eccesso di Generosità Premeditato" e, di conseguenza condannati a duri anni di.... soggiorno alla Maddalena (?). Badate bene, la loro perfidia sta NON nell'aver agito all'insaputa dell'ignaro Ministro della Repubblica ma, ed è quì che sta il vero succo del male, nel mestiere che codesti loschi figuri esercitano quando non sono occupati a fare piaceri a personaggi - o alle di loro mogli - che occupano posti di comando nell'amministrazione della cosa poubblica nazionale (chiamarli politici mi sembra fare torto a Cavour,Einaudi, Croce, Pertini, Moro Berlinguer ...). Bene. In realtà se il dr. Anemone avesse svolto - che so' - la professione di veterinario, oppure farmacista o fosse stato un'affermata rockstar internazionale, o lo scopritore del vaccino del carcinoma di quarto grado (?) o il detentore del brevetto del Viagra non vi sarebbe stato nessuno scandalo. In questo caso, però, sarebbe stato più probabile che l'atto di beneficenza prendesse la forma e la sostanza di una coppia di levrieri afgani di razza unica o di una fornitura perpetua di UNIPLUS, oppure - nel caso della rockstar - nell'originale del disco di platino radioattivo ottenuto per avere venduto 10 miliardi di dischi (per chi parla di milioni di posti di lavoro….). Purtroppo così non è stato. Quindi il vero problema sta nel fatto che il dr. Anemone per campare fa di mestiere il costruttore. Immagino a tempo perso, visto il tempo che passa al cellulare per risolvere i problemi degli altri. Peccato. Peccato per tutti. L’Anemone di terra è un fiore. L’anemone di mare, invece, SEMBRA un fiore ma è in realtà un animale. Un invertebrato. L’anemone COSTRUTTORE, adesso, è uno sconosciuto. Nessuno si ricorda più chi sia. Mi fa un’immensa tenerezza. Se lo avesse saputo avrebbe scelto sicuramente di fare il farmacista. Comunque, per concludere, senza esagerare è diventato di fatto “il massimo creatore di equivoci” italiano. (Sorvolo sul Ministro Scaiola perchè più che un resoconto sembra la trama di un filmo comico). Bertolaso stasera ha dichiarato:”Le accuse sono frutto di equivoci!” esibendo la copia della sua iscrizione al già citato Sporting Center e assicurando che lui in genere, quando fa i massaggi si addormenta. SI è per questo lamentato del fatto che la signorina che lo ha servito:”chiacchierava troppo”. MAH! Mi ha colpito che la per le sue dichiarazioni ai giornalisti abbia scelto la Sala Stampa della Presidenza del consiglio dei Ministri e non l’altrettanto prestigiosa sede della Protezione Civile Nazionale. Bene o male da quei microfoni, da un po’di tempo a questa parte, si sentono solo PUTTANATE. In realtà tutto questo sproloquio serve a costriure un ponte ....
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Anna [Anna Maria Santilli] [03.05.2010 18:44] Dai, Mafalda...."L'Autore" Citante e Citato, sia esso Ismaele, L'Unico, Giosuè..( ossignore...Carducci mi perdoni) Sbrivulizzo,Aquerò..Quello...fichitissimo ( I Padri Della Lingua e Broccoli insieme abbiano piètà di noi) ha dato un segno. Dai Mafalda e dai Autore.....qui si fa la ola. Dubito che i Mietitori possano essere più trucidi dei Camalli, ma non è qui la questione. Non ci sono più i camalli di una volta e neanche i mietitori....resta la memoria, però, Menestrello. Dai il bianco alla casa e fischietta....noi aspettiamo..trepidi. Baci
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sbrvlizz [Fulvio Giuliani] [03.05.2010 14:05] io sono dell'idea che "scinni ninnella" con le voci maschile e femminile arrangiata stile "highlands" diventa FICHITISSIMA (unicuique suum!). e poi una piena di parolacce ci vuole sempre. Comincia Mafà, lo resto lo spianemo!
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mafalda [Carlo Pelliccione] [29.04.2010 09:05] è incredibile tornare dopo più di un anno a fare le cose di prima. mettere a posto la cucina, pensare di ritinteggiare la parete del camino...magari...magari tutta la casa và, che ce ne sarebbe bisogno. guardare la televisione, senza poi vedere niente....zapping.. e riprendere in mano vecchi lavori, lavori di prima, prima della cosa, "con più silenzi che parole e nel sorriso più amarezza che ironia..." (ormai -come accade per i grandi- le frasi famose non abbisognano di citazione della fonte. sarebbe come se uno virgolettase "la nebbia agli irti colli" e accanto mettesse "G. carducci". .........carducci??? :-((.....minchia! mettiamola così: le grandi citazioni appartengono al mondo, caro Mr Fu....;-)) così ho finito di sistemare questa storia che ho trovata negli archivi della biblioteca di rocca di mezzo. popolare come le citazioni. e il post di annamaria me l'ha fatto rivenire in mente gli etnomusik...la considerano la versione aquilana della baronessa di Carinni la posto qui, che è l'unica piazza dove potrei postarla. <<passa e ripassa e la finestra è chiusa/ segno che la mia bella s'è ammalata/ s'affaccia la sua matre sfenturata/ "fijiu che passi chiù da queste parti/ non sai che la tua bella è sotterrata/ se non mi cridi a mmi va a sanda maria/ loco la troerai la svindurata/ a manu ritta la trui corecaata/ a manu manga sta ju gonfalone/ loco sta scrittu che è morta d'amore"/ non è morta d'amore, ne pe affettu/ è morta pe amare nu giovinettu/ non è morta d'amore ne pe inganno/ è morta pe amare nu tiranno/.....>> segue ancora per un paio di strofe.. e prosegue la ricerca nella memoria. l'idea sarebbe di preparare un Cd con una decina di pezzi inediti -discograficamente- tra cui ovviamente quelli di lomax su terranera. i pezzi nella mia testa già ci stanno. si tratta di montarli, provarli, arrangiarli, registrarli, produrli....:-))))))) e che cce vò!! chissà forse in autunno... voi intanto, se vi passa in testa e se ne avete voglia, potete raccogliere le idee o i racconti, meglio se robetta di prima della guerra, pastori, mietitori (ce ne stanno certe dei mietitori che farebbero arrossire i portuali di genova..) magari esce qualcosa di interessante... bbona fatica!
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Anna [Anna Maria Santilli] [19.04.2010 22:01] Lunga è la notte d'inverno di Asclepiade di Samo Lunga è la notte d'inverno, il sole tramonta fra le Pleiadi e io sono là, bagnato, alla sua porta, colpito dal desiderio dell'ingannatrice. No, non è amore questo che mi ha mandato Afrodite, ma una freccia angosciosa di fuoco. Con Parole mie. Giovedì 25 marzo 2010. allora...non c'era faccialibro. tantomeno tol e "queste diavolerie moderne"...( direbbe mio nonno se dovesse commentare). Un innamorato ,Asclepiade di Samo, non ha modo altro che recarsi a casa dell'amata. Bussa invano alla sua porta, ma la porta resta chiusa. Ecco le sue parole che ci arrivano acute, pungenti, desolate. Siamo un pò tutti, talvolta, bagnati e soli davanti a una porta chiusa. Ingannati da un amore, che non è necessariamente una persona. Anche una città consueta e conosciuta e , in una notte, perduta, è la freccia di Afrodite. Una freccia angosciosa di fuoco. L'amore che strappa i capelli è perduto....quando l'amata non c'è più. Le Pleiadi sono sempre lì, algide, eterne. Le vicende umane sono a distanze siderali dal moto delle galassie. Ma noi siamo qui, Carlo e tutti quelli che ci sono. Distratti ed egocentrati, incapaci anche, talvolta, di fare una stupida telefonata. Perennemente in crisi comunicativa siamo. O parliamo troppo, a volte a vanvera. Dispersi nelle vicende della vita. Giriamo nel tempo con spirali logaritmiche. Ma , in qualche modo, e in una dimensione appena impercettibilmente diversa, torniamo a percorrere i luoghi, le piazze. Dove ci si sente, a casa. In maschera.....o nudi. Come ci piace essere, a gusto, al momento. Con piume su cappelli o scenici abiti divini. Ma come siamo siamo. Il Re è nudo. Talvolta di più. La vita va avanti mossa dall'ardore e dalla rabbia. Dal bello che c'è o nella sofferenza, la piuma del dio Anubi farà, poi, la differenza. Una mano calda e una carezza. Visioni di mondi e carriole piene di macerie. Jack grida alla piazza. Umberto lenisce con le Parole. La vita va avanti: oggi la Tosi(na) Francesca si è laureata con il ... massimo... e bacio in fronte raccontando la "negritudine" . Oggi questa news mi riempie di gioia. Una piazzaiola. Una "vera" ragazza di Terranera. Piena di passione, di coraggio, di caparbietà. Figlia di questa terra. Vostra. Nostra. La vita va avanti......baci Carlo, abbi cura di te...anche tu ..sei prezioso. Appassionato.......come pochi....
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dicleg [Giovanni Di Clemente] [19.04.2010 20:45] Parole sante...!!! ti sei espresso molto bene, Carlo; hai espresso quanto io provo, allorché passo per questa piazza, quasi quotidianamente... Ciao!
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mafalda [Carlo Pelliccione] [19.04.2010 17:53] tutti. ci siamo tutti forse un pò più distratti di altre volte, un pò emigrati, un pò stanchi, un pò..e un pò.. m la piazza è piazza e i periodi in cui non ci si passa in cui si passa di corsa, in cui ci si sta magari da soli, a guardarsela vuota. ma sempre piazza è. le mode passano, le facce-da-libro pure. la piazza è sempre lì. anche vuota. .......... anche interdetta al traffico, zona rossa, come giù, giù nella vallata..... le piazze rimangono e aspettano. che qualcuno passi, magari di corsa, in macchina... e di più rimangono dentro di noi, come il grembo di una madre. ci fanno sentire a casa anche se non ci passiamo. che nella tua piazza riesci a dire cose che non riesci in altre piazze....
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Anna [Anna Maria Santilli] [14.04.2010 14:54] Vero ciò che dice Sandro. Faccialibro è, ma Tol è TOL. Tol ha visto tutto e di tutto. Impossibile l'abbandono. Stagione di narcisi e di fiori bianchi: 2 Webmaster in corso di fusione, fiori bianchi, riso a pioggia e confetti. Anche Tol avrà il tulle bianco? Ahh, saperlo! Ci sono parole fonde e belle. Ammutoliscono. Fanno riposizionare i pensieri, sempre. Scatta il riserbo, il rispetto e l'ammirazione. Ma Tol deve andare avanti, un libro in cui , ognuno, ha lasciato qualcosa. A me mi riesce un pò meno bene la scemenza profusa che mi caratterizza. Anche un anno dopo..Ju... Mi pare di fare ...malagrazie. Poi mi sento troppo seria e vorrei tornare indietro nella spirale del tempo. A scherzare, qui e là, dove siamo siamo nel mondo. Rimpiango Don Juan e le risate condivise. La Simmenthal di Marcella mangiata davanti al pc e la colf equadoregna. C'è spazio per ritrovarci? C'è?..... Lo spero tanto...... In Tol c'è spazio per tutto e per tutti. ******************** A volte la vita è davvero bizzarra. "Animo Risoluto!" diceva zia Teresa che ora dorme a Terranera. Alè...chi c'è?...................
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